Borghi e città: Erbalunga, un balcone sul mare

By Roberto Moggi Lug 1, 2015 #capo corso

capocorsoAd appena 8 chilometri a nord di Bastia, sulla dipartimentale 80, la strada che corre veloce verso il Capo Corso, si incontra il pittoresco villaggio di Erbalunga. Un paesino meraviglioso, tranquillo e ricco di fascino, oggi dedito principalmente alla pesca ed al turismo, che si protende verso il mare, sul quale affacciano le antiche case in pietra. Le stradine interne, dove troviamo i ristoranti in cui si gusta il pesce pescato localmente, ci conducono al porticciolo, dal quale per secoli sono partite le navi cariche di botti di vino, guardato a vista dalla vecchia torre di guardia genovese, che ne domina la vista da circa 400 anni.
Erbalunga, un tempo dedito, oltre che alla pesca, ad un fiorente commercio marittimo ed alla navigazione di cabotaggio, declinata in seguito all’apertura delle strade carrozzabili, è ancora pervaso dell’atmosfera d’un tempo, con le vecchie case tipiche, che s’appoggiano ssopra un piccolo promontorio roccioso.
Questa piccola marina di qualche centinaio di residenti stabili, appartiene – unitamente alle limitrofe frazioni di Poretto, Pozzo, Mausoleo, Castello, Silgaggia e Lavasina, collegate fra loro dalla dipartimentale 54 – al vicino comune di Brando, con poco più di 1600 abitanti complessivi, che sorge nell’interno, sotto i monti Capra e Stello, quest’ultimo di ben 1.307 metri d’altezza.

La sua posizione sulla costa orientale del Capo Corso, di fronte alla Toscana, lo protegge dalle sferzate dei venti Maestrale e Libeccio, ma lo rende sensibile ai venti Scirocco e Tramontana, che creano spettacolari mareggiate, specie nella stagione invernale. In ogni caso, il piccolo porticciolo lo rende un approdo sicuro.
Emblema del villaggio è la torre di guardia genovese, oggi parzialmente in rovina, che fu di notevole importanza strategica, costruita su di un piccolo sperone di roccia a bordo del mare, probabilmente nel 1480 o 1488. All’inizio del secolo successivo, le autorità locali chiesero un prestito al Banco di San Giorgio (amministratore della Corsica per conto di Genova) allo scopo di finanziarne lavori di ripristino o ricostruzione. In seguito, nel 1553, fu danneggiata dalle forze navali francesi, nel corso del loro intervento in sostegno dei Signori di Brando loro alleati, essendo poi ricostruita quando i francesi si ritirarono dalla Corsica, in seguito al trattato di pace di Cateau-Cambrésis. La torre faceva parte del poderoso sistema di difese costiere costruite dalla Repubblica di Genova, in Corsica come in terraferma, tra il 1530 e il 1620, per arginare gli attacchi dei pirati barbareschi. Ai decenni seguenti risalgono carteggi vari, da cui si desume che gli abitanti di Brando, oltre a quelli locali, prestavano servizio di guardia nell’opera, accollandosene la manutenzione e l’armamento. Le ultime testimonianze risalgono al 1713, quando presso la torre si svolge un servizio di controllo sanitario e doganale. Il manufatto misura circa 11,70 metri di diametro per un’altezza di circa 12,00. E’ parzialmente privo della terrazza di copertura e dei beccatelli di sostegno del parapetto. Ha conservato tracce dell’intonaco originale e della scala di pietra che conduce alla terrazza. Nel 1927 è stato catalogato come monumento storico ufficiale, mentre è stata consolidata nel corso degli anni ottanta del 1900.

erbalunga

Oltre quest’interessante opera difensiva e l’antico borgo di pescatori che degrada a mare, negli immediati dintorni di Erbalunga si scoprono anche altre bellezze.
Un’escursione raccomandata è quella alla località Castello, che si trova in una posizione, sicuramente panoramica, a circa tre chilometri verso l’interno, dove troviamo da visitare la cappella di Nostra Signora delle Nevi, una costruzione di chiare origini romaniche, ma che ha subito modifiche nel corso della sua storia. Conserva affreschi e sculture di grande interesse, e merita davvero una visita.
Un altro celebre luogo sacro da visitare, si trova a nord sulla costa appena fuori paese, nella frazione di Lavasina. Si tratta del santuario di Nostra Signora delle Grazie, costruito quasi in riva al mare, su di un arenile ciottoloso, in epoca barocca, famoso per l’importante pellegrinaggio che vi si svolge l’8 di settembre. Il suo interno contiene un dipinto considerato dalle proprietà miracolose, detto appunto la “Madonna di Lavasina”, rappresentante la Vergine Maria con il suo Bambin Gesù. Una bella collezione di ex-voto rende subito chiaro quanto l’immagine sia cara agli abitanti del luogo.

A Erbalunga, le festività pasquali sono vissute sentitamente, soprattutto grazie alle spettacolari processioni della Settimana Santa, che colorano di fede il triduo pasquale, specie nelle serate del Giovedì Santo e del Venerdì Santo. Proprio in quest’ultimo giorno, si tiene la celebre “Cerca”, una processione molto antica. La mattina del Venerdì Santo, dei penitenti vestiti con caratteristici sai, partendo dal Monastero delle Benedettine, si muovono da una chiesa all’altra del paesino. Un’altra processione molto sentita si tiene nel pomeriggio dello stesso giorno, la rituale “Granitola”, che si incammina muovendosi come una specie di spirale umana, molto caratteristica.

Erbalunga, come detto, è stato edificato su d’una prominenza rocciosa allo sbocco della piccola vallata di Brando, di cui forma la marina, su un sito che sembra sia stato abitato fin dalla più remota antichità; ma dobbiamo al Signore di Brando Matteo De Gentile (morto nel 1438) il suo completamento e la sua successiva costituzione in feudo, amministrativamente indipendente fino all’instaurazione della diretta amministrazione genovese nel 1599. Ma d’onde viene il suo caratteristico nome?
La roccia sulla quale si erge, essendo assolutamente nuda, da parecchi secoli almeno, fa pensare che tale denominazione derivi dalla fertilità dei terreni che si trovano nelle immediate vicinanze. Tuttavia il nome di Erbalunga non lo si trova nei documenti che a partire dal secolo xv. In un primo tempo il villaggio era stato edificato fra la torre esistente tuttora ed uno spiazzo chiamato “Pian di Fora”. A nord vi era lo scalo marittimo ed un altro si suppone che esistesse anche dalla parte di mezzogiorno, cosa che avrebbe permesso ai naviganti di trovare sempre un rifugio sicuro contro i venti impetuosi che vi soffiano in date epoche dell’anno. Situazione dunque privilegiata, che gli conferì una certa importanza. Alcuni studiosi asseriscono addirittura che, durante il medio evo, Erbalunga fu il primo porto della Corsica, per la facilità che vi era di trovare navi da noleggio, vedendo diminuire la sua importanza solo in seguito alla crescita della vicina Bastia. Il suo commercio era assai florido e si svolgeva soprattutto con Genova, la Toscana, il Lazio, Napoli e la Sardegna.
Possedeva un castello che sorgeva – a quanto pare – sull’area ove sorse poi la casa dell’importante famiglia di armatori Valeri, a cui appartiene il ramo paterno dello scrittore Paul Valery (1871-1945) ed era uno dei più difesi e ben muniti del Capo Corso. Si narra che nel 1480 – all’epoca di quelle lotte fratricide diffuse nell’isola come nella maggior parte dell’area italiana – non fu potuto espugnare se non quando la sua vitale cisterna d’acqua fu distrutta dai soldati di Tommasino di Campo Fregroso, chiamati da Giacomo, Signore di Brando, contro Vinciguerra Signore d’Erbalunga, che appartenevano entrambi alla celebre e potente famiglia (De) Gentile. Risulta anche che Erbalunga, dopo avere fatto parte del feudo di Brando, era divenuto, forse nel 1438, una Signoria in proprio. Nel 1597, passò sotto il diretto governo di Genova, esercitato da un podestà locale. Tuttavia alcuni membri della predetta famiglia (De) Gentile continuarono ad abitarvi, fruendo di diritti e privilegi, che andarono però gradualmente restringendosi nel tempo. Questo favorevole stato di cose durò, si può dire, fino ad una ventina d’anni dopo l’occupazione francese della Corsica (1769).

erbalunga2Durante il secolo XVI, vi fu tra i Signori d’Erbalunga e di Brando una furiosa ripresa di ostilità. Questi ultimi, Altobello e Raffaello, per opportunità politica, avevano seguito il partito finanziato dalla Francia (che aveva già messo gli occhi sulla Corsica) e capeggiato da Sampiero Corso, mentre quelli di Erbalunga, Alfonso ed Ercole, erano rimasti fedeli alla “Serenissima” (titolo del quale si fregiava la Repubblica di Genova). Durante il corso di tali ostilità, l’8 aprile 1557, ben 30 galere francesi bloccarono il porto di Erbalunga e, per ordine di Raffaello, Signore di Brando, il villaggio venne messo a ferro e fuoco e tutte le case furono abbattute dalle fondamenta, proprio per non lasciarne traccia alcuna. Si salvò solo la pur danneggiata torre, dove i soldati francesi posero la loro guardia. Questo fatto, spiega l’assenza nel paese di qualsivoglia vestigia antica: nulla infatti si trova ad Erbalunga anteriore al secolo XVI.
Il secolo XVII fu per il villaggio un’epoca di splendore e di prosperità: possedeva una piccola flotta di velieri da carico e da pesca, con i quali i suoi abitanti facevano affari d’oro. Questo stato di cose, felice per il paese, si prolungò per tutto il secolo seguente e durò sino ad oltre la metà del secolo XIX. Il noto storico tedesco Ferdinand Gregorovius, che visitò la Corsica nel 1852, racconta di aver trovato la marina di Erbalunga “assai animata, da dove partivano ogni giorno barche per Bastia”.

Questo benessere venne peraltro a cessare allorquando fu aperta la strada carrozzabile del Capo Corso: il cabotaggio, sorgente di ricchezza per il paese, declinò poco a poco e finì per scomparire. Per gli abitanti fu una rovina.
Si deve tuttavia alla citata famiglia Valeri la creazione d’una compagnia di navigazione, che rialzò per breve tempo le sorti economiche del paese. Intraprendenti e molto attivi, i Valeri fecero rapidamente fortuna, si imparentarono con ricche e potenti famiglie e riuscirono anche ad ottenere dalla Francia il titolo nobiliare di conte. Tutto sembrava promettere loro un brillante avvenire, allorquando la compagnia fallì, con gravi ripercussioni economiche anche per gli abitanti del paese.
Erbalunga, come tutti i paesi del Capo Corso, dovette possedere una propria chiesa fin dai primi tempi dell’espansione del cristianesimo in Corsica, ma, stante la predetta distruzione dell’8 aprile 1557, non ne è rimasta traccia materiale né alcuna memoria scritta. Al suo posto, venne edificato un piccolo oratorio dedicato a Sant’Erasmo, del quale ci ha parlato Monsignor Marliani, Vescovo di Mariana ed Accia, in occasione della visita pastorale da lui compiuta in loco nel 1546. Questo oratorio o cappella che dir si voglia, dipendeva dalla parrocchia di Santa Maria Assunta di Brando. Piccolo, angusto, ad una sola navata a volta, divenne fatiscente già nella seconda metà del 1800, tanto da minacciare di andare in rovina. Si pensò quindi di sostituirlo con una nuova chiesa, ampia, luminosa ed artistica, che attestasse ai posteri la loro fede ed il loro attaccamento al paese natio. Si era nel momento in cui la compagnia di navigazione era in pieno rigoglio e nel villaggio regnava una certa agiatezza. L’idea incontrò il favore della popolazione intera, che partecipò con entusiasmo alla costruzione del nuovo tempio. Sennonché l’ardore popolare non basta per costruire un’opera bella e razionale, se mancano direttive e competenze tecniche. Sorse, infatti, un edificio di culto che, pur solido e massiccio, era assolutamente privo di caratteristiche artistiche, con alcuni errori d’architettura e, cosa ancor peggiore, assolutamente mancante di proporzioni. Nulla di notevole al suo interno, tranne tre curiose riproduzioni di antichi velieri, diversi quadri di mediocre valore artistico, alcuni candelabri del secolo XVIII, simili a molti altri che si trovano sull’isola o in Toscana, ed un capitello del secolo XIII proveniente dalle rovine della primitiva chiesa.

erbalunga-festmusIn questi ultimi anni, in ragione della sua pace, del suo clima e dei meravigliosi colori della natura, Erbalunga è diventata la casa di diversi artisti dilettanti che hanno trovato qui un posto tranquillo dove creare le loro opere e dove trovare ispirazione, così come, a partire dal 1930, era diventato rifugio di tanti pittori attratti dalle sue bellezze paesaggistiche. Abbastanza recentemente, sono nate delle manifestazioni musicali estive, che si tengono in un’arena all’aperto, in mezzo al verde. A partire dal 1988 si tiene il “Festival di Musica” (quest’anno dall’11 al 13 agosto), a partire dal 2012 il festival per pianoforte “Notti del Piano”, (quest’anno dal 31 luglio al 6 agosto) e, dall’8 al 10 luglio, si terrà quest’anno anche il Festival Jazz “Equinozio”.
Erbalunga è anche un ottimo punto di partenza per escursioni a piedi all’interno del Capo Corso. Un percorso famoso si può imboccare non lontano dalla vicina frazione di Pozzo e da qui salire per la rapida ascesa che conduce agli oltre 1300 metri del monte Stello, in circa 3 ore di passeggiata. La fatica è ampiamente ripagata, si tratta della cima più alta di tutto il “dito” del Capo Corso, da cui si gode un panorama straordinario. Nelle giornate limpide la vista spazia sulle montagne intorno al monte Cinto, fino alla zona di Bavella nel sud della Corsica e, oltre il breve tratto di mare, sulla Toscana e parte della penisola, con tutto il “dito” ai vostri piedi che si protende aspro e selvaggio verso nord.

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