È morto Ivan Pauletta, autonomista istriano che inseguiva il sogno dell’indipendenza

Sabato è morto a Pola Ivan Pauletta, per gli amici Corrado, un uomo politico dalle idee molto particolari, per un periodo condivise da una parte della popolazione istriana e da una corrente del partito che aveva fondato, la Dieta Democratica Istriana. Sognava un’Istria autonoma e, in in alcuni periodi della sua vita, indipendente. Una Terra Istria, come la chiamava insieme ad alcuni amici, sparsi per il mondo.Contro tutti i nazionalismi, ha sempre rappresentato l’identità istriana, multiculturale, e quindi contraria a tutti i credi nazionali, con un sentimento proprio, peculiarmente patriottico.

A ricordarlo con queste parole è Furio Radin, presidente dell’Unione italiana, che rappresenta la minoranza di etnia e cultura italiana in Istria e nell’Adriatico orientale, e suo rappresentante al Sabor, il parlamento croato. Aggiunge Radin: “Bisogna dargli atto di averci creduto tutta la vita, anche quando il numero di persone che credevano nei suoi progetti si è drasticamente assottigliato, fino quasi a sparire. In quel momento si è dedicato alla scrittura, ma il tema è rimasto sempre lo stesso: l’Istria e la tragedia delle sue genti. Io ricorderò Pauletta come una persona vicina, perché innamorata dell’Istria. Anche se ai miei occhi, per quei tempi, il suo credo radicale è sempre stato poco più di un’utopia, pochi come lui hanno meritato di essere sepolti in questa Terra istriana.”

Ivan Corrado Pauletta era nato a Capo Promontore nel 1936, quando l’Istria faceva parte dello Stato italiano. Oer un certo periodo visse a Ventimiglia, in LIguria, al confine tra Italia e Francia, dove suo padre lavorava presso la dogana italiana. Si è laureato nel 1964 a Zagabria in Ingegneria Meccanica.

Nel 1982 diventa un membro del Consiglio congiunto del Parlamento della CRS. Continua a trattare di politica su un giornale locale di Fiume, con cui inizia a collaborare nel 1988. Nel 1991 è tra i fondatori della DDI/IDS, la Dieta Democratica Istriana, con un programma incentrato sull’autonomia dell’Istria e sulla tutela del bilinguismo e multiculturalismo della regione. Il simbolo del partito rappresenta tre caprette, l’animale simbolo dell’Istria: una per il territorio istriano nello stato croato, l’altra per quello nello stato sloveno e la terza per l’area d’Istria nello stato italiano. Una chiara simbologia contro i due confini che all’epoca dividevano la regione. Lo schieramento divenne subito il partito più amato dagli istriani, tanto che alle prime elezioni alle quali si presentò raccolse oltre il 70% dei consensi. Nello stesso anno si recò in Italia, dove lavorò come operaio, per rientrare nel 1993 in Croazia dove entrerà a far parte del Parlamento croato. Nel 1997 si ritirò dalla politica, in dissenso con la nuova dirigenza del partito. Egli è conosciuto anche per il progetto “Terra d’Istria”, o “Histria Terra”, che rivendica una ancora più ampia autonomia dell’Istria dal governo centrale di Zagabria.

Dopo l’uscita dalla politica attiva si dedicò alla scrittura.

Alla fine del 1999 ha pubblicato il suo libro “Histria collage”. Poi nel 2005 il secondo libro “Il fuggitivo”. Con un gruppo di autori nel 2007 ha pubblicato una monografia “Promontore”. Il suo ultimo libro è intitolato “Storie d’Istria”, uscito nel 2010.


Fonti: La Voce del Popolo – Il Piccolo – Riviera24

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