Quando l’ortografia deve adeguarsi ai tempi: «voi» diventa «voï»

By Redazione Set 21, 2017 #lingua còrsa

Dal 22 al 24 settembre al Palazzo dei Congressi di Ajaccio si svolgerà la seconda edizione di un salone dedicato al benessere. Un evento interessante a cui senz’altro invitiamo i lettori della zona a partecipare. Ma… non è del salone in sé che vogliamo parlare, ma del suo nome, e in particolare di come è scritto.

Il salone di chiama “O’Zen per voi”.

O meglio: si chiamava così lo scorso anno. Quest’anno il nome è stato cambiato in: “O’Zen per voï”.

 

Sono comparsi cioè due puntini, la dieresi, sopra la i. Per quale motivo? Beh, i lettori italiani che non padroneggiano il francese potranno aiutarsi con Google Traduttore, scrivendo “voi”, selezionando la lingua francese e ascoltando come questa sequenza viene pronunciata da un francofono: “vuà”.

Per evitare che il dittongo “oi” venga pronunciato “uà” si mette… la dieresi. Quindi gli organizzatori si sono resi conto che il mezzo più sicuro per far leggere “vo-i” a tutti i Corsi è stato scrivere voï. Et voilà ! Ops 😛

Sono passati quasi cinquant’anni da quando Geronimi e Marchetti dotarono la lingua corsa di una nuova ortografia, per meglio rendere la pronuncia di alcuni suoni (ma, insinuò poi Marchetti, anche per distanziarla dalla grafia dell’italiano). Oggi ci rendiamo conto che sta prendendo piede una “ortografia pragmatica”, che deve fare i conti con il fatto che la lingua è sempre meno conosciuta, e per far leggere il corso sembra che ormai lo si debba scrivere come il francese.

 

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