Una (timida) legge pro-lingue regionali approvata all’Assemblea Nazionale. Sarà bocciata in Senato?

« La mia prima lingua materna e naturale, era per la mia famiglia un segno d’ingnoranza, che noi tendevamo a nascondere nel profondo di noi stessi e soprattutto a non esprimere mai. Questa è una frustrazione grande, e una minaccia alla libertà d’espressione, valore che sta a cuore alla nostra Repubblica ». Queste le parole dell deputato socialista bretone Annnie Le Houérou, presentando all’Assemblea Nazionale il testo di legge sulle lingue regionali.

Mercoledì 30,  4 dei 7 articoli della proposta di legge sono stati votati e adottati. Oggi il voto sugli altri 3. Ecco gli articoli in questione:

Articolo 1: Ispirandosi alla Corsica, stabilisce che l’insegnamento bilingue in lingua regionale dovrà « essere obbligatoriamente proposto per i bambini delle scuole materne, della primaria o secondaria; obbligatorio proporlo, ma per gli studenti non sarà obbligatorio frequentarlo. » Ma, precisa l’articolo, questo vale solo per le regioni dove è riconosciuto un « bisogno » dell’insegnamento bilingue. Come appunto in Corsica.

Articolo 2: Pone le basi del riconoscimento del bilinguismo delle lingue regionali riconoscendo « tutte le forme d’insegnamento bilingue erogate in Francia, non solo dalle scuole ».

Articolo 3: Vuole promuovere l’insegnamento delle lingue regionali nella scuola superiore.

Articolo 4: Concerne la segnaletica. Chiede « la generalizzazione […] della segnaletica bilingue o plurilingue nei servizi pubblici, e l’uso di traduzioni dei mezzi di comunicazione istituzionale. »

Gli articoli non ancora discussi:

Articolo 5: Concerne i media. Assicurare ai media in lingua regionale gli stessi sostegni economici di quelli in lingua francese.

Articolo 6: Allarga le competenze del CSAalla promozione delle lingue culturali regionali nei media audiovisivi (radio e tv).

Articolo 7:  Vuole attribuire ai territori che ne hanno bisogno le frequenze adatte alla trasmissione dei programmi in lingua regionale.

Benoît Roux di France 3 Midi-Pyrénées dice che gli ottimisti potranno vedere in questa legge un passo simbolico in avanti, mentre i pessimisti vedranno l’ennesimo tergiversare dello Stato sul tema delle lingue altre dal francese. Le critiche saranno le stesse di sempre: le lingue regionali sono già abbastanza insegnate e protette anche senza statuti giuridici, e togliere spazio al francese a loro vantaggio apre lo spazio all’analfabetismo e all’ignoranza

In ogni caso, dice, è improbabile che il governo acceleri il calendario di approvazioni di questa legge e ancor meno probabile che il Senato la convalidi.


Fonte: FR3 Corse ViaStella

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