Venerdì la Grande Festa allo stadio François-Coty: 50 anni fa l’ACA entrava in Première Division

By Redazione Apr 24, 2017 #ac ajaccio #ajaccio #calcio

Stadio Jean-Lluis, metà anni Sessanta. L’ACA ha guadagnato il suo posto nella Première Division, raggiungendo le vette del calcio nazionale dopo quattro stagioni straordinarie. Abbiamo pensato di sognare, passando dalla serie più bassa dei Dilettanti (CFA) all’OA. Pensate: le “nostre” squadre e i nostri idoli preferiti allo stadio Jean-Lluis, e cioè il Reims, il Nizza, il Lione, il Lilla, il Monaco, citando solo le migliori squadre. Il sogno è diventato realtà. Sono cinquanta, cinquanta anni. Il GFCA aveva già acquisito fama con diversi titoli di Francia nel Campionato Amatori, ma questa era la Prima Divisione nazionale, l’ingresso dalla porta principale.

Dio, se il tempo passa. I ricordi riaffiorano. Mi ricordo che nel mio quartiere, sugli spiazzi di fronte alla scuola “Sampiero”, il nostro parco giochi, i palloncini colorati e le feste senza fine. Per fortuna, in rue des Trois Marie i palloni moderni sono arrivati con André Camoin (presidente del CCN) mio vicino di casa, che ci fornì dei palloni “alla buona” fin troppo belli per noi. Nella sua immensa Versailles, ci ha portato la domenica allo stadio per assistere a importanti incontri tra l’ACA e i principali club nazionali, seguendo a bordo campo gli incontri nella massima discrezione.

Un Orso..

Un orso! Un orso! Il Diavolo è sulle sue tracce! Chi si ricorda di quegli interminabili «monta sega» tra i sostenitori dei due club più importanti della città imperiale, in particolare alla vigilia delle partite? al Claridge in place Abattucci, al Grisbi in rue Stephanopoli o al bar Chez Nous in rue Bonaparte, c’erano i “piccoli feudi” dei nostri tifosi. L’invasione di campo veniva sostituita dai caffè dei supporter, e l’atmosfera era molto sana e piena di allegria. Amici nella vita, nemici alla Domenica fino al fischio finale. “E basta”, ne parlavamo ancora per due o tre giorni fra le altre cose.. E soprattutto cantavamo a squarcia gola la sera del match: «abbiamo sofferto, ma prima di entrare, andate ad allenarvi, perché siete nati per giocare!»

Tutto questo è lontano, molto lontano nel tempo, ma molti di noi lo ricordano. Ricordo di uno zio guardiano presso il campo del club che ci faceva entrare gratuitamente con i miei amici Tony, Francis, Dume, Dede ecc.. o di quella storia del pallone finito alla Stazione dei Treni di Bastia? Ricorderete il grande Antoine Federici, il portiere dell’ACA, che calciò così forte la palla da farla andare oltre i limiti dello stadio, facendola rimbalzare fuori strada e cadere in uno dei vagoni del treno che stava passando presso le Saline

Certo, ci sono state alcune invasioni di campo, ma perlopiù era euforia in caso di vittoria (in Coppa o in Campionato) per celebrare felicemente i vincitori. In quei frangenti, le porte dello stadio si aprivano da sole..

Questo succedeva cinquant’anni fa! L’ACA porta-bandiera di tutta l’isola, sfidava le grandi squadre della nostra infanzia, i grandi club che avrebbero poi indicato la strada verso l’Europa: i fratelli Thetard, Albert Vannucci, Paul Pietri, Jean Marcialis ed Etienne Sansonetti, Claude Peretti, Francesco Berfini e Charles Segonne, Dominique Baratelli e Paul Bartoli, Philippe Carlini, César Lamonica e molti altri che erano ormai parte del grande calcio.

Una buona iniziativa

Cinque decenni valevano la pena di essere festeggiati e l’ACA era ben intenzionato a farlo, presidente in testa con le vecchie personalità del club al suo fianco. Léon Luciani era presente il martedì mattina alla conferenza stampa al Centro Congressi per ricordare che la settimana sarebbe stata di preparazione per la partita contro Niort in campionato.

Dal Jean-Lluis al Timizzolu

«Venerdì sera accoglieremo Niort in occasione di questi cinquant’anni, con – dalla nostra parte – più di 80 ex giocatori cresciuti in seno all’ACA ripercorrendo gli anni fra il 1966 e il 1973. Abbiamo scelto di raccontare questo periodo perché è una delle pagine più importanti nella storia del club. E’ vero che l’entrata nel mondo del professionismo non fu cosa semplice all’epoca, per “esistere” e soprattutto per “mantenersi” in un periodo reso ancora più complicato dall’assenza dei diritti televisivi e di altre entrate pubblicitarie.. Il nostro obiettivo era quello di onorare tutti coloro che hanno aiutato l’ACA, vecchio club di 107 anni, a rimanere per qualche anno ai massimi livelli del calcio francese. Se guardiamo queste immagini che abbiamo lì, intorno a noi, ci rendiamo conto che l’ACA è cresciuto di pari passo con l’urbanizzazione della città in quel periodo, trasferendoci dal Jean-Lluis al Timizzolu. E oggi, la città continua ad avanzare e gli edifici alle porte del nostro stadio sono ancora più numerosi.»

Calcio, cultura e museo

«Il calcio ha bisogno di aprirsi alla cultura» ha esclamato Léon Luciani durante la conferenza stampa. Aveva accanto Pierre Farel, ed entrambi si sono posti il quesito di come “far sposare” questo passione per il calcio con la cultura..

Il risultato è un dipinto, un vero e proprio quadro composto da litografie, manifesti e da un anniversario.

La fusione è stata rapidamente effettuata e le due discipline si sono unite a questo scopo, per sembrare un tutt’uno. Qual’è il vero filo conduttore di questa ricorrenza? La pittura di Farel, il bel dipinto di un giocatore con la maglia a strisce tipica del club con dietro, sparso fra il pubblico, uno spettatore insolito: Napoleone Bonaparte. Bella immagine!

Pierre Farel spiega: «Quando Leo me ne ha parlato, ho trovato che l’idea del manifesto fosse eccellente. Così ho iniziato. Ma avrei dovuto ideare un poster solo per l’anno 1966, e poi nulla? Perché non stabilire un concorso ricorrente per i manifesti? Non sono certo i giovani talenti che mancano ad Aiaccio. Prepareremo un concorso, e ogni anno ci sarà un giovane artista, una giuria con svariate persone che sceglieranno il dipinto migliore per la sua originalità e che diventerà il manifesto dell’anno. Alla fine, il comune partecipa da oltre quarant’anni a questo progetto, esponendo i dipinti e creando un museo sui manifesti a partire dal 1966. Al suo interno si combinano cultura, arte e sport. Siamo in grado di farlo..»

Seguirà ovviamente il programma completo della giornata per il cinquantesimo anniversario ACA.

vedere articolo originale all’indizzo http://www.corsenetinfos.corsica/Vendredi-la-grande-fiesta-au-stade-Francois-Coty-ACA-cinquante-ans-deja-_a26914.html

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