È arrivato l’inverno… Chi dice inverno dice festeggiamenti e chi dice festeggiamenti dice tradizioni !
Una tradizione è un insieme di leggende, di fatti, di costumi però è anche un modo di agire o di pensare trasmesso di generazione in generazione.
La Corsica, come altre numerose regioni del mondo, ne perpetua tante col passare degli anni.
Canti, condivisioni, riunioni oppure superstizioni caratterizzano per eccellenza il suo patrimonio culturale.

Ecco un elenco delle tradizioni natalizie da scoprire durante il vostro viaggio sull’isola di bellezza !

Il rogo di Natale detto « Oh Rocchiu » in corso…

In Corsica, la tradizione del ceppo di Natale, praticata dal 24 al 25 dicembre, è sacra ! Questo ceppo, non si trova nel piatto ma sotto forma di rogo. È acceso davanti alla chiesa del villaggio. Il 24 dicembre, i bambini preparano il rogo, riunendo i ceppi che provengono dai campi e dai giardini del villaggio. Passano in tutte le fattorie e case gridando « Oh Rocchiu ! Oh Rocchiu ! » All’uscita della messa di mezzanotte, il rogo è infiammato. Uno spettacolo indimenticabile dove ciascuno torna a casa per il pasto di Natale, quando il fuoco si perde vigore. Il 25 dicembre, dopo la scomparsa del fuoco, le ceneri sono raccolte dai contadini che le depositano nel loro camino.

(photo « O Rocchiu » ; Google Images)

Il numero di ceppi nel camino…

Un’antica leggenda dice che bisogna contare bene i membri della famiglia presenti al pasto di Natale e mettere altrettanti ceppi nel camino dei convitati. Altrimenti, se questa regola non sarà rispettata, le seguenti feste saranno sinonimi di lutto.

Le sette vigilie…

Fino agli anni 1900 e più particolarmente in Corsica del Nord (Balagne, Castagniccia, Fiumorbu), c’era il costume delle sette vigilie. Tutti i giovani, ragazze e ragazzi mescolati, si riunivano a piccoli gruppi e andavano a trovare a sette famiglie del villaggio. Dovevano presentarsi con, come regalo, un ceppo di bosco per scaldare il focolare. Restavano per riscaldarsi intorno al fuoco, per discutere e per condividere i dolci preparati dalla madre di famiglia.

L’« Ochju », un simbolo religioso…

In corso, quest’espressione significa il malocchio. È una misteriosa credenza religiosa ancorata nella vita quotidiana dei corsi da secoli e che evoca le forze occulte di cui una persona è vittima.
Imparare questa pratica è alla portata di tutti ma particolarmente dentro la famiglia, di generazione in generazione. Ed è nella notte di Natale che si imparano le preghiere. Ma le regole di questo costume sono rigorose : se sono trasmesse a una data diversa dal 24 dicembre, il potere è perso.

Piccolo aneddoto : per scongiurare il malocchio, la Signadora (individuo che possiede la conoscenza delle parole e dei segni per liberare le persone che vengono a consultarlo) mette dell’olio in un piatto riempito di acqua e immerge il suo dito :
se le gocce di olio si diluiscono nell’acqua allora la persona è ” innuchjata”, cio che significa in corso che ha il malocchio ;
tuttavia, se le gocce di olio restano intere, ciò dimostra il contrario, vale a dire che non ha il malocchio.

(photo « Ochju » ; Google Images)

Un pasto completo…

Il pasto tradizionale di Natale corso è abbondante e molto festoso.
Ce ne sono per tutti i gusti.

Per cominciare, si possono assaggiare uova di muggine o con delle uova strapazzate agli ricci di mare. Per le persone che preferiscono i prodotti della terra ai prodotti del mare, una bella fetta (addirittura parecchi per i golosi), di prisuttu o ancora di coppa vi aspettano.

(photo « Œufs de mulet » ; Google Images)
(photo « Brouillade d’œufs aux oursins » ; Google Images)
(photo « Prisuttu » ; Google Images)
(photo « Coppa » ; Google Images)

Il piatto principale può variare secondo le regioni.
Quindi, è generalmente composto da agnello o di capretto arrosto con, per esempio, un contorno di polenta.

(photo « Agneau rôti Polenta » ; Google Images)
(photo « Cabri rôti Polenta » ; Google Images)

Per finire il pasto con un tocco di dolcezza, contiamo sullo squisito dolce natalizio alla castagna, detto « Ceppu di Natale Castagniu » in corso.

(photo « Bûche de Noël corse » ; Google Images)

Piccolo aneddoto : tradizionalmente, lasciavamo sempre un piatto in più a tavolo chiamato « U piattu di u puvarettu », il piatto del povero in corso, nel caso in cui un povero uomo bussasse alla porta ; è un esempio della famosa ospitalità corsa.

Ecco le tradizioni del Natale corso. Credetemi, ne valgono la pena !

Tuttavia, resta un dettaglio… Natale, il pasto, i bambini, i regali e il Babbo Natale in questa storia ? Sarebbe corso ? In ogni caso, la sua canzone lo è !
E sì, « O Babbucciu Natale », il più famoso di tutti i canti di Natale, è stato scritto e interpretato da Tino Rossi, cantante ed attore nato nel 1907 ad Ajaccio !

(photo « Tino Rossi » ; Google Images)
(photo « Tino Rossi Petit Papa Noël » ; Google Images)

Quindi, auguro a tutti un buon Natale !

Marie Gaillot

Marie, 21 anni, è nata in Bastia ed è una studentessa al terzo anno di laurea in italiano all'Università di Corsica Pasquale Paoli

By Marie Gaillot

Marie, 21 anni, è nata in Bastia ed è una studentessa al terzo anno di laurea in italiano all'Università di Corsica Pasquale Paoli

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