Due anni di firme di Carte, incontri infruttuosi a Parigi e rifiuti, due anni di ristrutturazione. Un bilancio delle misure pro lingua corsa dell’amministrazione Nazionalista.
Un servizio specifico è stato introdotto nell’organigramma dell’esecutivo, diviso in due commissioni. La prima dedicata all’insegnamento, la seconda alla diffusione.
« All’inizio della nuova legislatura si è preso atto della natura trasversale della lingua, che tocca tutti gli ambiti della società, del digitale, della letteratura, delle associazioni culturali o sportive », spiega Bernard Ferrari, direttore del servizio che ha in carico la lingua corsa alla Collettività territoriale.
Pochi cambiamenti a livello di budget: tre milioni di euro allocati per la lingua. La metà consacrata ai centri d’immersione e soggiriorni linguistici presso quattro centri dedicati. Ma anche strumenti pedagogici e formazione degli insegnanti. L’altra metà destinata alla promozione della lingua nella società.
Questo servizio dovrà essere sostenuto da un Consiglio della lingua. Avrebbe un ruolo non solo consultivo ma decisionale. Sotto la precedente amministrazione Giacobbi c’era stato un progetto simile, che però non ha mai visto la luce.
Per quanto riguarda la presenza e la forza della lingua corsa nella vita pubblica, il bilancio resta magro. « Noi abbiamo un impegno simbolico molto forte nei confronti della lingua corsa, che però non trova riscontro nella vita reale. Tutti oggi in Corsica sono d’accordo sul salvare la lingua, ma la sua presenza trasversale nella società è ancora tutto da sviluppare. E sulla sua popolarità c’è ancora molto da lavorare. Tutti sono persuasi del volerla salvare ma non del volerla parlare », riassume Saveriu Luciani, consigliere esecutivo delegato alla lingua corsa.
Durante questi due anni la maggioranza nazionalista ha fatto un gran lavoro strutturale a favore della lingua, su cui ora però va messo in pista il contenuto: l’uso concreto e quotidiano nella società còrsa.
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Fonte: FR3 Corse ViaStella