(▷) “In Corsica i Nazionalisti vincono da sempre, no?” Falsi miti mattutini sulle onde radio italiane

By Giorgio Cantoni Dic 6, 2017 #radio #rai

Ieri mattina la sveglia del nostro Guillaume Bereni ha suonato molto presto, per poter rispondere all’invito del programma radiofonico della radio pubblica italiana Rai Radio 2 “Caterpillar AM”. Erano le 6:21 del mattino quando Guillaume “ha chiamato” in trasmissione 😉

Questa emissione radiofonica ha un tono scherzoso e leggero, sopra le righe, e prevede vari momenti intervallati da teorici ascoltatori che stanno “aprendo bottega” in quel momento, e chiamano per raccontare un po’ di loro e della loro giornata. Pretesto carino per introdurre i vari temi e discuterne.

Dalla conversazione con Guillaume, che potete ascoltare qui sotto dal minuto 21 al 23 vengono fuori alcuni simpatici stereotipi e “falsi miti” sulla Corsica che penso siano abbastanza comuni tra gli italiani e che forse è interessante raccontare.

CaterpillarAM 5/12/17 min.21

Per prima cosa quello linguistico. “Chi ha vinto in Corsicà?” Guillaume ha chiamato lui e quindi ha i proprio cognome l’ha pronunciato bene, ma alla prima occasione i conduttori hanno piazzato un bell’accento sull’ultima sillaba 😉 Niente da fare, si può parlare di bilinguismo, di vicinanza linguistica e culturale, di secoli di storia comune tra isola e penisola, ma per la maggioranza degli italiani la Corsica è semplicemente Francia e lì non si parla che francese.

Poi arriviamo al tema politico. L’argomento erano le elezioni territoriali, che come abbiamo visto stanno avendo grande risonanza quest’anno. A un certo punto Guillaume, un po’ stupito, si sente dire: “Beh ma in Corsica hanno sempre vinto i Nazionalisti, no?”.

NO! 😛  La percezione del popolo Corso ribelle e indomito, l’accostamento di questi mesi sui media con la Catalogna, i Paesi Baschi e i vari separatismi europei, induce a pensare a un indipendentismo da sempre fortissimo nell’isola. In realtà sappiamo che l’indipendentismo è comunque minoritario rispetto all’autonomismo, e che il successo nelle comunali del 2014 e poi nelle territoriali 2015 replicato quest’anno, così come nelle legislative di giugno, sono eventi di portata storica, e giungono dopo oltre quarant’anni di percorso politico del movimento nazionale, con un passaggio importante di abbandono della violenza clandestina da parte delle frange più estreme, e quant’altro.

E mentre il collegamento si conclude con i gongolanti conduttori che si felicitano con Guillaume per la fortuna di avere come patrono del suo paese (San Nicolao) Babbo Natale (San Nicola) capiamo che di quest’isola così vicina, in Italia si conosce ancora così poco…

 

Giorgio Cantoni

Nato nell'82 da genitori originari della città lombarda di Crema, di cui conosce e ama il dialetto, è appassionato di linguistica e di informatica. Vive vicino a Milano, dove lavora nel mondo della comunicazione digitale. Si è innamorato della Corsica e della sua cultura nel 2008, e sette anni dopo è stato tra i fondatori di Corsica Oggi.

By Giorgio Cantoni

Nato nell'82 da genitori originari della città lombarda di Crema, di cui conosce e ama il dialetto, è appassionato di linguistica e di informatica. Vive vicino a Milano, dove lavora nel mondo della comunicazione digitale. Si è innamorato della Corsica e della sua cultura nel 2008, e sette anni dopo è stato tra i fondatori di Corsica Oggi.

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23 thoughts on “(▷) “In Corsica i Nazionalisti vincono da sempre, no?” Falsi miti mattutini sulle onde radio italiane”
  1. Penso che Italiani e Corsi debbano ancora fare un piccolo sforzo comune per imparare a conoscersi ma soprattutto per (ri)conoscersi. Speriamo bene…. Pace e Salute a tutti dall’Umbria

  2. a mio avviso lo sdoganamento definitivo dell’italiano (di cui le parlate corse sono semplici, bei e diversisssimi dialetti) come lingua accademica, univesitaria e delle scuole in corsica è uno dei punti tanto banali quanto indispensabili per la risoluzione e la composizione della questione corsa.
    certo ammettere di essere italiani costa (più a parigi che ad aiaccio), ma l’accanimento su questa ipotetica “lingua corsa” semplicemente è una fictio pseudonazionalista che lascia il tempo che trova.
    e che fa sorridere chi abbia qualche rudimento storico -linguistico

    parliamo e scriviamo dunque italiano in corsica esattamente come nessuno in un ufficio del catasto o in un tribunale di lecce o di ferrara o di genova pretenderà di scrivere un modulo o un atto di citazione in salentino, ferrarese o genovese.
    (se poi si vuole fare un po’ di linguistica comparata nelle scuole per carità va benissimo ma il corso non è il catalano: non esiste).
    IMHO eh?
    saluti

    1. Per motivi storici, quello che è avvenuto a Lecce o Ferrara (e che avveniva in Corsica fino al 1859) è stato abbandonato e dimenticato. Oggi tutti i Corsi sono francofoni di prima lingua, i corsofoni veri sono forse diecimila. Ma molti sentono il corso come la lingua dell’identità, e sono disposti a battersi per il bilinguismo corso-francese. Si potrà dire che il corso (o meglio l’insieme delle sue varianti) non sono mai stata lingua scritta, amministrativa, ecc ed è vero. Ma la realtà dei fatti è che oggi e nel prossimo futuro appare impossibile che chiunque chieda una co-ufficializzazione della lingua italiana. Ciò che si può fare è insistere sull’intercomprensione privilegiata tra lingua corsa e italiana. Saluti.

      1. Per avere credibilità bisogna avere dietro di sè non la lusinga dei voti e l’effimero orizzonte della politica ma la forza della storia.
        Se no si rischia di far sorridere il mondo.
        I vostri ragionamenti sarebbero comprensibili se per secoli e secoli accanto all’italiano si fosse usato il corso (che mai esistette, non esiste e – temo – mai esisterà) nei registri letterari, amministrativi, curiali, religiosi etc.
        Purtroppo non è stato così.
        La snazionalizzazione effettuata dai francesi sulla Corsica è stata devastante ma porre così come si pone la questione oggi in Corsica è fuorviante secondo me.
        Ed anzi controproducente per i corsi stessi.
        Non temete in Italia non sanno manco dove siete e nessuno pensa a voi. Vi abbiamo dimenticato e la gente dice “sono andato al mare a Calvì o ho preso il traghetto a Bastià” …
        Tocca quindi a voi corsi ricordarsi di noi,
        e dell’Italia, madre naturale e non adottiva come la Francia per poter un giorno davvero essere se stessi.
        Se continuate a fare fantascienza che dire? Auguri
        Un abbraccio a tutti.

        1. Bisogna però essere realistici. La Corsica è stata a lungo un’isola di lingua e cultura corsa e italiana, dove le parlate erano usate nell’ambito della casa e del villaggio, e il toscano/italiano in Chiesa, per scrivere, ecc… Ma come è possibile far tornare tutto questo oggi, quando tutto questo è finito da più di 100 anni, e quando il 90% dei Corsi sono solo francofoni e studiano sia il corso che l’italiano come lingue straniere? Obbligare tutti i Corsi e studiare e usare l’italiano e lottare duramente per convincere la Francia e una co-ufficialità dell’italiano con il francese? Oppure tenere un bilinguismo solo storico, come nella Valle d’Aosta, dove nessuno più parla il francese in casa ma è ufficiale per ragioni storiche? Sulla carta tutto è possibile, nella realtà no. I Corsi oggi vogliono fare del corso una lingua, e poco importa che sia difficile o che il mondo rida. Non è impossibile, anche se difficile. L’italiano deve essere recuperato come lingua storica e come bacino di intercomprensione privilegiato. Ma discorsi come quelli che Lei fa, che ridicolizzano un sentimento e una lotta cui molti hanno dedicato tutta la vita, certo non aiuterà in questa direzione.

        2. Anche l’irredentismo italiano verso la Corsica è fantascienza. La Corsica non è Italia è Corsica.
          E forse i Corsi non si curano molto di chi non li vede o pensa …..non sarebbero ancora qui dopo secoli con la loro lingua,la loro cultura il loro senso di appartennenza all’ isola,nonostante tutto e tutti.
          Magari invece di andare a Calvi o Bastia e fare i Turisti ignoranti sarebbe più rispettoso venire come dei Viaggiatori consapevoli.
          Pace e Salute

  3. La nuova Caledonia sta per votare democraticamente per l’indipendenza.
    Comunque l’importanza che danno Corsi alla visibilità….. è volatile come il Biogas. Quello poco felice mi sembra lei,

  4. Vulpisilvestris, è pregato di portare rispetto. Espressioni come “dialetto fiction” se le può tenere per Lei. Questo non è un “modestissimo contributo” ma un giudizio arrogante e maleducato. Anche il toscano era un dialetto volgare, poi motivi storici,e volontà dei singoli che decisero di usarlo, ne fecero una lingua (come sappiamo non esiste una definizione univoca di lingua o dialetto).

    Inoltre cosa è “meglio” o peggio lo decide ciascun corso. Oggi è un fatto che da più di 100 anni la lingua italiana è per i Corsi una lingua straniera. Recuperare per l’italiano un ruolo in Corsica, se alcuni Corsi lo vorranno, si può fare, ma dovrebbe essere in ogni caso un ruolo che rispetta la presenza della lingua corsa e delle lingua francese. Punto.

    1. Quindi credete di poter dare del maleducato “a gratis”, come si dice familiarmente in Italia?
      Benissimo.
      Dialetto fiction non è di gradimento?
      Avrei potuto usare Koinè fantasy, ma non so se se su un blog come questo si è in grado di cogliere anche un po’ di ironia.
      Osservo infine che chi si prende troppo sul serio, inarca il sopracciglio e censura le opinioni altrui insultando non sembra avere molta fiducia in se stesso e nelle proprie tesi evidentemente.
      Peccato.
      Spiacente ma la democrazia vera si dimostra dalla tolleranza anche per chi non porta l’acqua al proprio mulino.

      1. La quantità di messaggi che lei ha scritto può testimoniare che non censuriamo né rimuoviamo nulla – a meno di rarissime eccezioni e in caso di linguaggio non civile – dai commenti degli utenti. Lei ha proposto, dall’esterno, ipoteticamente, di rendere ufficiale la lingua italiana in Corsica, come accaduto nello stato italiano, nel canton ticino e così via. Abbiamo cercato di spiegarle, noi della redazione e altri utenti, che i Corsi, a torto o ragione, non vogliono questa cosa. A quel punto lei ha iniziato a prendere in giro la lingua corsa, senza alcun dato scientifico (è già stato anche ricordato che nessun criterio linguistico nega al corso lo stato di lingua) e i suoi interlocutori. Questo non è dialogo, è maleducazione e polemica sterile e inutile, che irrita senza portare a una discussione costruttiva.

        1. Eh vorrei fare una battuta sulla mutua comprensione ma visto che oltre che poco propensi ad ascoltare gli altri siete anche invero permalosi ve la risparmio.
          Premesso che chi dà del maleducato gratuitamente ha senz’altro un’idea sui generis di bon ton e di netiquette provo a rispiegarmi.
          Il concetto base è che il corso non fu non è e non sarà mai una lingua nazionale per il semplice fatto che è costituito da dialetti italiani – anche diversi tra loro per origine e substrato – privi dei requisiti necessari e sufficienti perché si possa parlare scientificamente, tecnicamente e fattualmente di “lingua”.
          Che poi in Francia o da voi per motivi politici o elettorali si neghi la glottologia e la scienza è un problema (grave certamente )ma non mio.
          Ad ogni modo per dare la prova provata di quanto si afferma vi giro una banalissima ma comoda – in quanto accessibile a tutti in rete – crestomazia di chi ha affrontato seriamente la questione delle parlate corse:
          « Dialetto italiano più schietto e meno corrotto. »

          (Niccolò Tommaseo)
          « Lingua possente, e de’ più italiani dialetti d’Italia. »

          (Niccolò Tommaseo)
          « [Il còrso è] toscano in bocca romana. »

          (Alexandre Sanguinetti)
          « Dalla lettura di queste canzoni si vedrà che i Corsi non hanno, né certo finora aver possono, altra poesia o letteratura, fuorché l’italiana. […] E la lingua côrsa è pure italiana; ed anzi è stata finora uno dei meno impuri dialetti d’Italia. »

          (Salvatore Viale, incipit di Canti popolari corsi, 1843)

          1. Il fatto che non sia mai stato lingua nazionale e il fatto che il corso sia costituito da dialetti di ceppo italoromanzo dell’Italia centrale non vuol dire che non possa esserlo. Non è vero che non siano intercomprensibili tra loro,ma hanno caratteristiche diverse che per ora non sono state standardizzate, scegliendo la definizione “polinomica”.

            Infine i giudizi che lei cita sono autorevoli, ed erano sensati quando furono formulati. Ma sono vecchi più di cento anni, e l situazione è parecchio cambiata.

    1. Il corso è un sistema di dialetti italiani privo peraltro di omogeneità e di origine comune, se ti fa piacere fare politica puoi benissimo dire che è una lingua in senso tecnico solo che chiunque abbia un mimimum di preparazione scientifica linguistica ti sorriderà imbarazzato come me adesso.
      Ciao

      1. Uhm.. il linguista Olivier Durand (di origini corse ma cresciuto in Italia fin da bambino e attualmente docente di dialettologia araba all’Università La Sapienza di Roma) ha scritto nel 2003 (ed. Paideia) il volume La Lingua Còrsa, dove traccia un profilo storico e una grammatica comparata di ciò che chiama la “lingua corsa”. Non negando che sia assimilabili ai dialetti dell’italia centrale né che in passato sia stato un insieme di parlate orali. Ma non negando neanche che oggi sia considerata dai parlanti una lingua, che vuole essere usata in ogni ambito. E ciò per la linguistica basta a farne una lingua. E si badi bene che è da sempre in grande polemica con chi sostiene una discendenza diretta e senza influenze del còrso dal latino. Ma forse neanche lui ha “un minimo di preparazione scientifica linguistica” dato che non condivide ciò che pensi tu? 😉

  5. Lei usa la parola Amico con troppa leggerezza …da queste parti l’amicizia è ancora un valore da trattare seriamente.NoN sono suo amico.
    Per essere laureato scrive un italiano sgrammaticato:….”Ora dimmi te” ,non esiste…..si dice “ora dimmi tu”.
    Ha ragione il suo è un contributo modesto, al limite dell’ignoranza grammaticale e sopratutto storica.Cattivi maestri e tanta confusione.
    Venga prima in Corsica se vuole parlare di Corsica.

  6. Che delusione dover constatare che una persona che si è diplomata al liceo classico – così come me – sia tanto ottusa da restare chiusa sulle proprie posizioni senza ascoltare costruttivamente nulla di quanto l’interlocutore ha da dire. Che tristezza…

    All’università io qualche esame di linguistica l’ho fatto. Non so se i miei docenti fossero “notissimi glottologi” (in effetti la prof.ssa Bonomi ora è accademica della Crusca) ma ciò che hanno tutti detto chiaramente è che la linguistica dà diverse definizioni di “lingua” e nessuna si basa su criteri numerici né in alcun modo oggettivi. Si suol dire che la lingua è “un dialetto che ha fatto carriera” o “un dialetto con una marina e un esercito” (l’italiano non ha avuto neanche bisogno di questi). Ossia tutto dipende dall’uso che se ne fa e dalla considerazione che ne ha la comunità parlante.

    Ci sono idiomi considerati dialetti, come il napoletano, che hanno una grammatica definita, una letteratura, una tradizione musicale e un prestigio molto superiori ad altri considerati lingue (es. il maltese o l’islandese).

    Non esiste alcuna regola che vieti di costruire una lingua standard sulla base di parlate orali locali, come avvenne a suo modo e a suo tempo col toscano medievale. Chiaro che la situazione in Corsica, per la ristrettezza del numero dei parlanti, la presenza dello stato francese, il fatto che non se ne sia mai fatto uso di lingua “alta” e che questo processo sia iniziato solo 50 anni fa, pongono molti problemi oggettivi. Ma non venire a raccontare che esiste un “bollino” della linguistica che impedisce all’insieme delle varianti còrse di essere una lingua perché questa è una solenne stupidata.

    Infine, una letturina al buon Olivier Durand io fossi in te la darei, basta cercare su google, però fa’ come vuoi 😉

    Ma soprattutto… vorrei davvero sapere se davvero sei l’unico italofono al mondo a non capire il discorso di Jean-Guy Talamoni (come qualunque altro discorso in còrso, specie se nella variante settentrionale) o se stai solo prendendo tutti per il culo 😀

    1. Avevo dei dubbi che non avessi capito cosa si voleva dire.
      Leggendo la tua risposta non ne ho più.
      Spiacente.

  7. Buongiorno a tutti e complimenti per il bellissimo sito. Vorrei solo far notare che la Francia è l’unico paese europeo a non permettere di battezzare in un suo territorio dei cittadini con nomi italiani. E ancora non riesco a capire come mai ai nuovi paesi che intendono entrare nell’Unione europea, venga chiesto il rispetto delle minoranze linguistiche (Croazia e Slovenia per esempio), mentre la Francia non intenda concedere nulla. Sono fiero del mio paese dove un territorio può chiamarsi Suedtirol o Vallè d’Aoste senza che nessun italiano si senta minacciato. Viva la lingua corsa.

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