Il castagno occupa un posto importante nelle regioni montuose intorno al mediterraneo.

In Corsica, la storia del castagno è strettamente legata alla storia dell’Isola.

Infatti, la castanicoltura vedrà un forte sviluppo dal XVIesimo secolo quando i genovesi incoraggiarono l’arboricoltura. Pensavano che, nutrita l’isola con castagne, avrebbero potuto esportare più cereali.

I corsi colpevoli di aver distrutto alberi innestati, potevano essere condannati a 10 anni di galera.

 

Nel diciassettesimo secolo, le ordinanze genovesi stabilivano che ogni corso  capofamiglia doveva piantare ogni anno 4 castagni o altri alberi da frutto:   il fico, l’olivo, il gelso per il baco da seta. Altrimenti dovevano pagare una multa  all’Ufficio di San Giorgio, (la prima banca italiana e anche europea) che amministrava la Corsica.

Il secolo segna l’età d’oro del castagno che verrà chiamato “albero  del pane”, un soprannome testimone della sua importanza sul piano economico.

Tuttavia la situazione cambia quando, nel 1769, la Corsica diventa francese.

I francesi, in particolare Marbeuf (governatore dell’Isola) pensavano che i castagni rendessero più facile l’insurrezione e incoraggiassero il farniente.

Il castagno è considerato “immorale“ giacché è il cibo della prigrizia. Sempre per i francesi , i corsi trascurano la terra perché la castagna sostituisce tutto: si raccoglie, si secca ,si macina e con essa si fa il proprio pane.

E si nutrisce il bestiame.

L’amministrazione francese vieta dunque di piantare nuovi alberi. 
                                         L’esodo rurale e il primo conflitto mondiale pongono fine all’ampio sfruttamento del castagneto.

Più tardi lo sviluppo delle fabbriche di tintura portano al accheggio del castagneto, perché gli alberi corsi erano particolarmente ricchi di acido tannico.

L’abattimento degli alberi è così intensivo che gli sfruttatori fanno venire manodopera italiana : i boscaioli che introdurranno con i loro arnesi contaminati la malattìa dell’inchiostro presente in italia e ancora sconosciuta in Corsica.

Alla chiusura delle fabbriche nel 1936 ,erano scomparsi 2000 ettari del castagneto sui 21000.

“U lamentu di u castagnu “ porta testimonianza di questo triste periodo della storia dell’albero del pane. La canzone è stata composta da Antone Battisti Paoli nel 18581931), detto Paoli di Tagliu. Il Lamentu è stato pubblicato nel giornale corso A Tramuntana nel 1905 e nel giornale A Muvra, nel 1926.

 

Or chi l’averaghju fattu
A lu corsu cusì ingratu
Chi m’ha fattu la sintenza
E à morte cundannatu
Senza sente tistimoni
Ne cunsulta lu giuratu

M’ ha dichjaratu la guerra
Cume à un veru malfattore ;
M’ ha messu li sbiri apressu
Chi m’attacanu terrore.
O Corsu, rifletti un pocu,
Versi me si senza core.Un sentu in tutte le borghe
Che tintenne e tintennoni,
Bestemmie di mulateri,
Lu fiscu di li sigoni,
E di mule, carri e trenni
N’ è pienu strade e stradoni.Cantava lu mulinaru
Ch’avia pienu lu mulinu,
U cavallu galuppava
Sott’à lu so carruzzinu,
Chi per tuttu lu mio fruttuEra,
O Corsu, un gran festinu.Ne farai lu tennifesta,
E lustrarai le botte,
Durmerai cume i cani
Quandu vinerà la notte
Perchè vindetta dumanda
L’alberu di le ballotte.Criparai dentru à un fossu.
E famitu cume un braccu
Li padroni di l’usine
Diceranu :”Tarra addossu,
Chi lu nostr’affare è fattu.”
Pensa bè, rifletti, o Corsu.Chi lu nostr’affare è fattu.”
Pensa bè, rifletti, o Corsu.È lu to caru castagnu
Resterà duv’ellu hè natu
À lampatti lu so fruttu
Tantu dolce è inzuccheratu
*È cusì serai o Corsu
Da tutti invidiatu

Negli anni 90, la rinascita dello sfruttamento del castagneto

Negli anni 90 assistiamo a una rinascita dello sfruttamento del castagneto.
“I castanicoltori “ si federano e ottengono per la loro farina la denominazione d’origine AOC e AOP ( DOC e DOP in Italia ), riconosciuta quindi dall’Unione Europea. Tutto questo impone una lista di regole molto precise da rispettare : nessuno trattamento chimico, farina prodotta tradizionalmente e mulino con due macine di pietra.
Gli agricoltori associano spesso questa produzione a un allevamento di maiali o di bovini e fanno salumi.
Le competenze per le castagne vanno sempre crescendo e i prodotti si esportano:
marrons glacés,miele di castagno, birra, marmellata e tante altre ricette di cucina con farina di castagne.

 

Ecco una delle ricette con la farina di castagne

La famosa polenta alla farina di castagne dal sito : https://guidecucina.pianetadonna.it/come-preparare-la-polenta-di-castagne-154064.html

Buon appetito !

  1. Introduzione
  2.  

    La polenta di castagne è il piatto tradizionale dei piccoli paesi montani. È un piatto tradizionale preparato da secoli, un piatto principale per i contadini, oggi è una prelibatezza per coloro che apprezzano i sapori particolari.

    La polenta di castagne, che viene preparata appunto con la farina di castagne, è cucinata in molti locali montani, di solito come contorno di secondi piatti a base di carne o di selvaggina. Ma si può preparare anche a casa: non è una ricetta difficile ed è alla portata di tutti. In questa guida vedremo come prepararla.

  3. Ingredienti
  4. – 600 g di farina di castagne
    – 2 lt di acqua
    – un pizzico di sale
    – 2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva

     

  5. Come preparare l’acqua per cucinare la polenta di castagne?
  6.  

    Per preparare la polenta di castagne, così come previsto dalla tradizione, ci sarebbe bisogno di una pentola di rame; dal momento che al giorno d’oggi è difficile che questo tipo di pentole vengano ancora utilizzate in casa, è possibile utilizzare qualsiasi padella purché sia antiaderente. Iniziate, quindi, facendo bollire l’acqua condita con un pizzico di sale. In seguito procedete abbassando la fiamma e aggiungendo la farina a pioggia, avendo cura di mescolare continuamente. Continuate a mescolare molto energicamente per evitare la formazione di grumi, che non sono piacevoli da trovare nel piatto. Lasciate ancora cuocere per un tempo minimo di trenta minuti e un massimo di tre quarti d’ora.

     

  7. Come scolare l’acqua per preparare la polenta di castagne
  8.  

    Trascorso il tempo necessario, per continuare a preparare la polenta di castagne, dovrete procedere scolando tutta l’acqua residua della cottura e versandola in un altro tegame. Dopo questo passaggio dovrete continuare a mescolare, questa volta però con ancora più energia e velocità. All’occorrenza, se notate che la polenta è dura, potrete mettere dell’acqua avanzata in precedenza.

    “A Fiera di Bucugnà” presenta da 35 anni tutti questi prodotti, si svolgerà quest’anno dal 15 al 17 dicembre.

     

    Oggi, il castagno corso è minacciato da un parassita: il cinipide

    Eppure il castagno corso è, oggi,minacciato da un vero flagello: il cinipide.
    Questo parassita originario della Cina si è esteso dal 1941 nei paesi asiatici poi è arrivato in Europa nel 2002, il Piemonte essendo la prima regione colpita.
    Sei anni dopo, tutte le regioni italiane erano colpite e attorno al 2014 , la Corsica deve costatare e subire i danni nel proprio castagneto.
    Da luglio le femmine del cinipide si riproducono senza bisogno dell’accopiamento con i maschi e depongono ciascuna ,un centinaio di uova nelle gemme del castagno dove si sviluppano galle che ostacolano la crescita dei germogli e dei fiori che devono dare il frutto. Tutto questo può portare a un calo della produzione fruttifera del 60 o 80 % e può causare la morte dell’albero.

    Per fortuna i giapponesi hanno sperimentato un agente di lotta biologico:
    il torynus .Questa micro-vespa è l’insetto antagonista del killer dei castagni.
    Depone le uova nelle galle e le sue larve mangiano quelle del cinipide.

    Quest’anno c’è un leggero declino del parassita. Cresce la speranza di non vedere scomparire la civiltà del castagno. Da noi, in Corsica, questa coltura tradizionale fa parte del nostro patrimonio più prezioso, della nostra identità.

     

    Ringraziamenti e Sitografia

    Vorrei ringraziare mio zio, agricoltore e castanicoltore per avermi dato tante informazioni sulla storia del castagno.

    Sitografia : 

    http://blog.vivacorsica.com/la-corse-ou-la-civilisation-du-chataignier/

    https://co.wikipedia.org/wiki/Lamentu_di_u_castagnu

    http://www.fieradiacastagna.com/_a132.html

    https://guidecucina.pianetadonna.it/come-preparare-la-polenta-di-castagne-154064.html

     

     

    Foto : 

    Google Images

    Facebook

    Il pezzo della canzone “Lamentu di u castagnu à u Corsu”  è stata cantata da me stessa con la chitarra.

     

     

     

    Livia Maria Bartoli

    Ha 24 anni ed è studentessa all'Università di Corte al terzo anno di Licenza di Lingue Straniere Inglese-Italiano.

By Livia Maria Bartoli

Ha 24 anni ed è studentessa all'Università di Corte al terzo anno di Licenza di Lingue Straniere Inglese-Italiano.

Related Post