Però la parte forse più interessante dell’articolo è quella conclusiva. Dato che è ormai evidente che né il governo né le opposizioni sono disponibili a permettere una co-ufficialità regionale di nessuna lingua che non sia il francese, Simeoni spiega che “abbiamo un progetto per dare uno status ufficiale alla lingua corsa in Corsica”.
In concreto questo “passerà dapprima per un rafforzamento dell’insegnamento e della presenza della lingua nelle scuole, poi per una sua generalizzazione nella vita pubblica e in quella dell Collettività”.
Non ci sono ulteriori dettagli e non è chiaro se – totalmente o parzialmente – resti in piedi il piano Lingua 2020 votato all’epoca dall’Assemblea di Corsica. Ma probabilmente una serie di progetti mireranno a spingere l’utilizzo del còrso pubblicamente. Un esempio potrebbe essere l’istituzione di un servizio di traduzione simultanea durante le sedute dell’Assemblea, già proposto, sulla falsariga del parlamento europeo.
Staremo a vedere. Quel che è certo è che il momento appare particolare e forse favorevole a un cambiamento fino a pochi anni fa impensabile. Vedremo se, anche sul tema della lingua, i Corsi riusciranno in un avanzamento rispetto all’impostazione monolinguistica nazionale che sarebbe una prima assoluta in tutta la Francia.